“La classe avversa” è il racconto del disfacimento di un paradigma, quello che vedeva nel modello industriale a gestione familiare il segreto del miracolo italiano. Protagonista di questo romanzo di fabbrica contemporaneo è “il Poeta”, figlio e erede di uno dei proprietari dell’azienda, costretto a mostrarsi all’altezza del ruolo che gli spetta mentre studia e sogna di laurearsi in Lettere. Quando il Presidente, azionista di maggioranza, affida l’azienda a un Amministratore delegato che si rivela un tagliatore di teste, sadico e accentratore, vorrebbe fare come Franco, suo amico fin dai tempi del liceo, che si ribella e si licenzia. Ma ha tra le mani una commissione che potrebbe cambiare il futuro dell’azienda e illuminare finalmente il suo successo, anche agli occhi di Laura, giovane impiegata appena arrivata in ufficio. Il rischio è far saltare entrambe le famiglie, quella dove timbra il cartellino al mattino, e quella con cui condivide appena una colazione e un tragitto in auto fino alla scuola. Con questo romanzo disincantato e lucido, in un dialogo immaginario con lo scrittore Ottiero Ottieri, Albertini dà voce e nuova dignità a una corrosione personale e collettiva che il lavoro sembra non essere più in grado di nobilitare